Ieri sono andata nel bosco.
Vado, se posso, ogni giorno; è il richiamo, irresistibile, della foresta, così vicina a casa. La foresta poi è la mia vera casa.
In questi giorni devo rispettare l'isolamento fiduciario per un contatto con un caro famigliare che ora è in ospedale in cura per il covid19.E questo si somma a un periodo in cui devo prendere decisioni fondamentali per avanzare nei progetti che ho in atto, mentre si stanno chiudendo parti importanti della mia vita passata. Una situazione che mi porta a essere ancora più riflessiva mentre attraverso il bosco.
Il cielo è grigio e la luce penetra diffusa tra gli alberi a sfumare i caldi e variopinti colori autunnali della foresta; il toc toc di un picchio, le foglie che cadono come un leggera pioggerellina; l'atmosfera giusta per riflessioni introspettive.
Mi inerpico fuori sentiero sul lato nascosto e ripido della faggeta dove tanti grandi alberi caduti mi costringono a un zig zag sul tappeto di foglie morte.
Mi fermo davanti al più grande; un maestoso faggio, una Grande Madre distesa, circondata dai suoi figli ancora eretti che ora nutrirà ancora, nel tempo, disfacendosi lentamente . Ne ammiro le forme, carezzo la sua corteccia, sussurrandogli un grazie per tutto; i grandi e vecchi alberi caduti al suolo, arrivati al termine del ciclo della Vita, sono passati nei secoli attraverso le fasi che fanno parte del sistema dinamico che permette alle piante del bosco- in sinergia tra loro- di crescere, svilupparsi rigogliose, riprodursi e poi morire per dare energia e spazio ai giovani alberi.
In una Faggeta vetusta troviamo vicine diverse generazioni di alberi, e dove una vecchia pianta ha lasciato, cadendo, un buco verso il cielo e nella terra , si trovano delle vere e proprie nursery di piantine. Non ce la faranno tutte, alcune diventeranno adulte, le più forti diventeranno delle Grandi Madri che completeranno tutte e quattro le fasi del ciclo strutturale.
Giro intorno all'enorme Faggio e vado sul lato delle radici scoperte; un 'ampia parete circolare di almeno due metri di circoferenza tessuta al suo interno con un intreccio irregolare di filamenti legnosi grandi e piccoli, mischiati alla terra secca e compatta. Carezzo anche le secche radici e carezzandole me ne rimane un pezzetto in mano che interpreto come un dono prezioso della Grande Madre, che a sua volta pare che mi dica:" Ti dono un una parte di me a ricordo della nostra Innata Natura; sii forte , coraggiosa e determinata; sii compassionevole e saggia.
E va sempre con il Cuore oltre oltre l'ostacolo."
Ora da stamattina contemplo il pezzetto di radice- a cui ho trovato un posto speciale nella mia camera- mi rammento delle parole della Grande Madre Faggio e inizio la giornata con la serenità e la consapevolezza che si può affrontare tutto con Coraggio e superare con determinazione ogni ostacolo.
Trasformiamo gli imprevisti in opportunità.
In un attimo, come sempre.
In un attimo, come sempre.
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