Questo faggio, proprio questo faggio, non è sempre stato qua. Da giovane, ascoltando due scoiattoli che passeggiavano sui suoi rami raccontare le avventure che avevano avuto fuori dal bosco, complice una certa irrequietezza- quella tipica smania giovanile che non risparmia nemmeno gli alberi-decise di sdradicarsi e iniziò ad esplorare il mondo.
Inclinandosi ora a sinistra ora a destra ora dietro ora avanti, riuscì a sfilare a poco a poco le radici dalla terra , e, come tentacoli di un polpo iniziò ad usarle per muoversi.
"Che meraviglia! " pensò.
Gli alberi più anziani lo ammonirono: "Giovane faggio dove vai? Bada che fuori, ciò che ci circonda è un mondo folle e difficile, non puoi affrontarlo da solo! "
Non li ascoltó, l'aria fresca sulle radici gli dave una sensazione di euforia, mai provata prima.
Pensò: "Forse questo vuol dire essere liberi".
E prese un sentiero che portava fuori dal Bosco.
.....
Cammina cammina si trovò su un grande prato verde, al centro c'era un albero, solo soletto, non tanto alto con il tronco tutto ritorto.
Non sapeva che tipo di albero fosse, lui conosceva solo i suoi compagni di bosco: i suoi fratelli faggi, qualche acero campestre, un agrifoglio e castagni e cerri che vivevano intorno a lui.
Così gli chiese :"Sei strano, piccolo albero..come ti chiami?" Alchè il piccolo ma vetusto albero gli rispose:
"Mi chiamo Olivo, caro mio! e tu dove vai, giovane albero?" "Non so" rispose" Ma la curiosità mi ha spinto a lasciare il bosco. Vorrei conoscere il mondo, forse tu puoi aiutarmi."
Il vecchio Olivo che ne aveva viste di cotte e di crude, si intenerì e inizio a raccontare: "Sai, giovane faggio, su questo tranquillo prato ne ho viste di cose..Non serve andar lontano. Ci vuole pazienza, dedizione e spirito di osservazione.
A parte che per l' ombra gentile che procuro, nessuno fa caso a me. Così ho visto volpi guardinghe andare a caccia di lepri e topolini, ma anche succhiare lombrichi da terra e gustare more succose.
Ho osservato mamme cinghiale con i loro piccoli attraversare il prato per recarsi al melo selvatico là, in fondo, e sgranocchiare felici le melette cadute. Una volta una Poiana che girava in tondo sopra di me, improvvisamente scese giù in picchiata per agguantare un serpentello che passava tranquillo sull'erba ormai ingiallita, ignaro che qualcuno lo stesse osservando dall'alto.
Lo porto via, nel cielo azzurro di una mattina di settembre.
Quale fantastica occasione ebbe quel serpente per vedere la Terra dall'alto, tra le nuvole, prima di trasformarsi in nutrimento!
Spesso dei cavalli bradi galoppano gioiosi sul prato, mentre mandrie di bovini brucano senza fretta l'erba verde di primavera.
A volte delle donne solitarie, armate di coltellino, estirpano dal prato un'erba amara chiamata... cicoria.
Per fortuna qualche piantina gli sfugge, così, in luglio posso ammirare la bella fioritura.
Il fior di cicoria, di un viola delicato, nella sua semplicità, credo che sia uno dei più bei fiori che nascano su questo prato. Amo anche i rossi papaveri che crescevano tempo fa tra le spighe quando il prato veniva seminato a grano. All'alba, in estate, è tutto un cinquettio di uccelli; in inverno la neve che cade nei giorni più freddi- per rimanere solo pochi giorni-attutisce ogni suono e fa risplendere ogni cosa, quando il sole esce dalle nuvole e la rischiara.
Sul mio tronco tanta gente si è appoggiata sedendosi per leggere un libro o semplicemente per contemplare il panorama.
E innamorati si sono amati sotto le mie fronde, quando l'erba alta nascondeva le carezze e i baci rubati e potevo ascoltare, indisceto, le loro promesse di eterno amore.
Posso ancora capire il vero amore dall'amore fugace, dal brivido che esce dal cuore..cuore che ascolto con piacere quando qualcuno mi abbraccia festoso e pieno di gratitudine e mi ringrazia per il solo fatto di Essere, essere qui, in questo Eterno Presente.
Mio caro e giovane faggio, tutto questo, e tanto altro ancora, con pazienza e tranquillità potrai viverlo nel bosco, il posto più incantevole che esista al mondo.
Sei così fortunato di essere nato in una foresta!
Il mio consiglio è tornare da dove sei venuto e lasciare agli alberi nati in città e paesi il gravoso compito di salvare l'Umanità in prima linea...
Sì, perché tu non lo sai , ma l'uomo è un animale folle, che a volte non rispetta la Natura di cui è parte integrante, quindi è capace di distruggere anche se stesso.
Con la nostra saggezza dobbiamo ricongiungere l'Essere Umano alla Terra, questo è uno dei nostri tanti compiti, e l'unione fa la forza , mio giovane amico.
Nella Faggeta tu potrai esprimere a pieno il tuo potenziale e la Gioia ti pervaderà completamente"
Il Giovane Faggio aveva ascoltato attentamente e ora aveva lacrime che scendevano lungo il tronco:"Grazie, Grazie, vecchio e saggio Olivo! Ora vedo tutto chiaramente. Con le tue parole ho viaggiato abbastanza.
Non serve andare oltre.
Posso tornare nel bosco con anima lieta e senza rimpianti.
Un giorno avrò anch'io tanto da raccontare.
Ti saluto e ti auguro buona fortuna!"
"Buona fortuna a te, bel Faggio!
e salutami gli amici del bosco" rispose l'Olivo, un poco emozionato.
"Riferirò!" Gli gridò il faggio mentre si allontanava.
Rientrò nella foresta per lo stesso sentiero che aveva percorso uscendo e gli altri alberi gli fecero una grande festa, scuotendo i rami in segno di saluto: "È tornato, è tornato!"Si passavano voce l'un con l'altro.
Arrivò dinanzi alla grande buca che aveva lasciato, lentamente infilò le radici nella soffice terra che profumava di muschio e foglie secche, l'humus nutriente e pullulante di microorganismi e Vita.
Tutti i suoi amici intorno si rallegrarono.
Gli anni passarono e lui crebbe forte e rigoglioso.
Sotto i suoi rami tanti piccoli e grandi avvenimenti si susseguirono ogni giorno.
Ora eccolo, ci sta ascoltando fiero e allegro.
E ci sussurra, sentite?Ascoltiamo quello che ci dice.. "Ecco, Il sentiero della Vita è arduo e gioioso nello stesso tempo; Tutto si trasforma sotto l'impulso dell'eterno ciclo vita- morte- vita.
Perciò siate rispettosi con la Terra e responsabili delle vostre azioni.
Rispettate Voi stessi, gli altri Esseri e tutto ciò che vi circonda.
Osservate e comprendete il Mondo con Consapevolezza, Concentrazione e Saggezza.
Vivete secondo Natura.
Come faccio io ,come facciamo noi tutti ,qui nel bosco.
Solo così possiamo Essere.
Essere Liberi e Felici,
Qui e Ora."
Faggeta di Oriolo Romano 2018
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