Esplorazioni Emozioni Esperienze nell'Armonia della Natura🌿🍂🍃 Passi Avanti per il Benessere🐾👣
martedì 20 novembre 2018
La Storia del Limone Errante e della Compagnia della Crostata
Un giorno, un limone che viveva su un albero di Castel Giuliano- un piccolo borgo vicino al lago di Bracciano- stanco della vita pacifica e tranquilla del piccolo paese- che si animava solo per la festa delle Rose, che si svolgeva nel bel giardino /roseto di Palazzo Patrizi- decise di rotolar giù dall'albero e iniziare ad esplorare il mondo. Poco prima di uscire dal paese incontrò due uova scappate da un pollaio vicino, anche loro intenzionate a scoprire che cosa c'era oltre le colline.
Decisero di avventurarsi insieme e iniziarono a rotolare verso nord-ovest. Attraversarono un bosco e un ruscello, fino ad arrivare ad una suggestiva conca circondata, in parte, da un inusuale bosco di Betulle; era la Caldara di Manziana, una palude di acqua solfurea che sgorgava da un gayser ricordo dell'antico Vulcano Sabatino.
Il luogo era incantevole, ma la Compagnia era curiosa di sapere cosa c'era più in là e continuò lungo la strada che li portò a un grande bosco, dove placide vacche coi tori pascolavano tranquilli. Qualcuno gli disse che era la Macchia grande di Manziana.
Spinti dalla voglia di cercare altri compagni di viaggio attraversarono il bosco e si diressero verso un monte, un monte sacro seppero poi, dedicato anticamente al culto della Bona Dea e ora sede di un Sacro Deserto, un eremo per mistici e contemplativi.
mercoledì 14 novembre 2018
Un blog inaspettato
La premessa: una bella domenica soleggiata di novembre, infelicemente non sfruttata per andare in escursione- mi "accontento" di un piccolo giro nella faggeta dietro casa, sola e pensosa- una di quelle giornate riflessive, insomma, da dedicare alle proprie "favorite things"; e proprio mentre mi sto occupando delle cose che piacciono a me che mi ritrovo inaspettatamente a scrivere il primo post su questo blog, creato con pochi passaggi dallo smartphone, un po' per curiosità un po' per sfida . Talmente imprevisto che in realtà copio e incollo il discorso che scrissi lo scorso dicembre in occasione del convegno sulle Faggete Unesco, evento creato per festeggiare la nostra foresta vetusta diventata patrimonio mondiale dell'umanità, festa che si concluse con la tradizionale fiaccolata che ogni anno scende da Monte Raschio.
Il discorso lo feci sollecitata dai miei compagni di avventura, in rapresentanza dei volontari che si erano prodigati alla buona riuscita dell'evento.
Non avezza a queste cose e con una buona dose di timidezza- che mi ritrovo da sempre e che cerco di nascondere- ho cercato di dare il massimo, ed è uscito una sorta di manifesto programmatico...
niente di meglio- mi sono detta- per aprire un diario elettronico che si occupa di Natura, di Cammini, di Bellezza. Quello che mi interessa condividere qui è la passione per il camminare; promuovere un "movimento lento", necessario per il nostro equilibrio e Benessere; incoraggiare i camminatori di buona volontà ad immergersi nella Bellezza che ci circonda e gioire con Essa.
Questo però non sarebbe possibile senza il rispetto e la cura che dobbiamo alla Terra-la nostra Madre- : dobbiamo educare ed educarci ad essere più virtuosi, e tutti possiamo impegnarci a fare ciò anche con piccoli gesti e iniziative.
Non è il gesto eclatante che fa la differenza ma i tanti piccoli sommati fatti da ognuno- nell'impossibilità di fare scelte estreme, essere consapevoli di quanto sia impattante per il pianeta il nostro stile di vita è già un passo importante- piccoli gesti che possono portare a invertire la rotta in senso globale.
E così anche rimettere al centro nelle nostre vite il cammino può essere visto come un atto rivoluzionario, un passo avanti per riconnettersi alla Terra e far riemergere la nostra Innata natura.
E poi non dimentichiamo che percorrere a passo lento sentieri naturali e antiche Vie ci rende liberi...
Il discorso lo feci sollecitata dai miei compagni di avventura, in rapresentanza dei volontari che si erano prodigati alla buona riuscita dell'evento.
Non avezza a queste cose e con una buona dose di timidezza- che mi ritrovo da sempre e che cerco di nascondere- ho cercato di dare il massimo, ed è uscito una sorta di manifesto programmatico...
niente di meglio- mi sono detta- per aprire un diario elettronico che si occupa di Natura, di Cammini, di Bellezza. Quello che mi interessa condividere qui è la passione per il camminare; promuovere un "movimento lento", necessario per il nostro equilibrio e Benessere; incoraggiare i camminatori di buona volontà ad immergersi nella Bellezza che ci circonda e gioire con Essa.
Questo però non sarebbe possibile senza il rispetto e la cura che dobbiamo alla Terra-la nostra Madre- : dobbiamo educare ed educarci ad essere più virtuosi, e tutti possiamo impegnarci a fare ciò anche con piccoli gesti e iniziative.
Non è il gesto eclatante che fa la differenza ma i tanti piccoli sommati fatti da ognuno- nell'impossibilità di fare scelte estreme, essere consapevoli di quanto sia impattante per il pianeta il nostro stile di vita è già un passo importante- piccoli gesti che possono portare a invertire la rotta in senso globale.
E così anche rimettere al centro nelle nostre vite il cammino può essere visto come un atto rivoluzionario, un passo avanti per riconnettersi alla Terra e far riemergere la nostra Innata natura.
E poi non dimentichiamo che percorrere a passo lento sentieri naturali e antiche Vie ci rende liberi...
domenica 11 novembre 2018
Il nostro patrimonio naturale: la faggeta di Monte Raschio.
siamo parte di essa, quindi possiamo usare il bosco, ma non abusare del bosco. Possiamo usare la Terra, ma non abusarne, perché altrimenti minacceremo noi stessi che facciamo parte di essa." Ecco,se c'è una cosa che possiamo fare per la nostra Faggeta è di avere una Visione
come gli indios Mapuche. Oriolo creato come borgo ideale e felice da Giorgio Santacroce, colonizzato in gran parte da boscaioli, non ha mai sofferto una dicotomia netta tra la foresta e la polis, ma anzi, Oriolo non esisterebbe senza i boschi.
Per secoli le foreste intorno al paese hanno nutrito gli abitanti; un complesso ecosistema che secondo chi si occupa di bioeconomia, va ora protetto dandogli un valore più ampio. Il nostro capitale naturale non fornisce solo legna o funghi, ma contrasta l'erosione del suolo; migliora la qualità dell'acqua, depurandola; diffonde gli impollinatori; regola il clima; fissa il carbonio atmosferico. Inoltre ispira servizi ricreativi culturali: Visite guidate naturalistiche; perfomance
artistiche-dalla pittura alla fotografia al teatro al cinema- attività di Educazione/Interpretazione ambientale, per stimolare amore per la Terra con
azioni e sentimenti propositivi. Senza dimenticare il benessere psico fisico che trasmette il camminare tra gli alberi e il valore spirituale e
contemplativo: stare in un tempio naturale fa riemergere la nostra Innata Natura.
Non una selva oscura, quindi, ma un luminoso giardino di tronchi (per dirla all'inglese ), che va usato con rispetto. Un capitale naturale importante quello boschivo, che si estende a tutte le nostre bellezze naturali: dalle praterie a pascolo- ricche di biodiversità- ai rii e fiumi come il Mignone, che si unisce alle bellezze architettoniche/artistiche e che può fare anche da volano alla micro economia e alle realtà produttive della zona, attirando un turismo "slow"; lento, sostenibile e consapevole. Non orde
distratte e poco rispettose, ma visitatori che ricerchino un'esperienza che li trasformi. Per tutto questo, proteggere non solo è un dovere, ma
conviene. Nello stesso tempo dovremo vigilare che questa serie di benefici siano gestiti con buonsenso e ricadano nella tutela del territorio
istaurando un circolo virtuoso. Fare rete tra i Comuni, le associazioni, i tecnici, i professionisti del settore ambientale, i cittadini che vivono e
lavorano sul territorio, è necessario per preservare il nostro patrimonio naturale. Come ci raccomandano i tecnici, teniamo sempre mente le 4 E:
Ecologia; Economia; Educazione; Etica.
È fondamentale ritrovare un'etica e abbandonare la visione antropocentrica. Adottiamo una retta
Visione, questa consentirà una retta Azione; Noi siamo il Pianeta e il suo futuro è nelle nostre mani,usiamole responsabilmente. Auspichiamo
che questo riconoscimento a Patrimonio Mondiale dell'Umanità ci spinga a trasformarci tutti in custodi delle nostre amate Faggete,
e per naturale estenzione, custodi del Mondo intero.
Chiudo con le parole di Hermann Hesse: "Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi li sa ascoltare, conosce la Verità. Essi non
predicano dottrine e precetti, predicano, incuranti del singolo, la Legge primigenia della Vita."
*I Mapuce o Mapuche (termine composto dalle parole mapudungun Che, "Popolo", e Mapu, "della Terra") sono un popolo amerindo originario
del Cile centrale e meridionale e del sud dell'Argentina (Regno di Araucanía e Patagonia). In spagnolo sono talvolta indicati come araucanos
(Araucani).
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