siamo parte di essa, quindi possiamo usare il bosco, ma non abusare del bosco. Possiamo usare la Terra, ma non abusarne, perché altrimenti minacceremo noi stessi che facciamo parte di essa." Ecco,se c'è una cosa che possiamo fare per la nostra Faggeta è di avere una Visione
come gli indios Mapuche. Oriolo creato come borgo ideale e felice da Giorgio Santacroce, colonizzato in gran parte da boscaioli, non ha mai sofferto una dicotomia netta tra la foresta e la polis, ma anzi, Oriolo non esisterebbe senza i boschi.
Per secoli le foreste intorno al paese hanno nutrito gli abitanti; un complesso ecosistema che secondo chi si occupa di bioeconomia, va ora protetto dandogli un valore più ampio. Il nostro capitale naturale non fornisce solo legna o funghi, ma contrasta l'erosione del suolo; migliora la qualità dell'acqua, depurandola; diffonde gli impollinatori; regola il clima; fissa il carbonio atmosferico. Inoltre ispira servizi ricreativi culturali: Visite guidate naturalistiche; perfomance
artistiche-dalla pittura alla fotografia al teatro al cinema- attività di Educazione/Interpretazione ambientale, per stimolare amore per la Terra con
azioni e sentimenti propositivi. Senza dimenticare il benessere psico fisico che trasmette il camminare tra gli alberi e il valore spirituale e
contemplativo: stare in un tempio naturale fa riemergere la nostra Innata Natura.
Non una selva oscura, quindi, ma un luminoso giardino di tronchi (per dirla all'inglese ), che va usato con rispetto. Un capitale naturale importante quello boschivo, che si estende a tutte le nostre bellezze naturali: dalle praterie a pascolo- ricche di biodiversità- ai rii e fiumi come il Mignone, che si unisce alle bellezze architettoniche/artistiche e che può fare anche da volano alla micro economia e alle realtà produttive della zona, attirando un turismo "slow"; lento, sostenibile e consapevole. Non orde
distratte e poco rispettose, ma visitatori che ricerchino un'esperienza che li trasformi. Per tutto questo, proteggere non solo è un dovere, ma
conviene. Nello stesso tempo dovremo vigilare che questa serie di benefici siano gestiti con buonsenso e ricadano nella tutela del territorio
istaurando un circolo virtuoso. Fare rete tra i Comuni, le associazioni, i tecnici, i professionisti del settore ambientale, i cittadini che vivono e
lavorano sul territorio, è necessario per preservare il nostro patrimonio naturale. Come ci raccomandano i tecnici, teniamo sempre mente le 4 E:
Ecologia; Economia; Educazione; Etica.
È fondamentale ritrovare un'etica e abbandonare la visione antropocentrica. Adottiamo una retta
Visione, questa consentirà una retta Azione; Noi siamo il Pianeta e il suo futuro è nelle nostre mani,usiamole responsabilmente. Auspichiamo
che questo riconoscimento a Patrimonio Mondiale dell'Umanità ci spinga a trasformarci tutti in custodi delle nostre amate Faggete,
e per naturale estenzione, custodi del Mondo intero.
Chiudo con le parole di Hermann Hesse: "Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi li sa ascoltare, conosce la Verità. Essi non
predicano dottrine e precetti, predicano, incuranti del singolo, la Legge primigenia della Vita."
*I Mapuce o Mapuche (termine composto dalle parole mapudungun Che, "Popolo", e Mapu, "della Terra") sono un popolo amerindo originario
del Cile centrale e meridionale e del sud dell'Argentina (Regno di Araucanía e Patagonia). In spagnolo sono talvolta indicati come araucanos
(Araucani).
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