In questi ultimi tempi uso spesso l'espressione " in qualche modo...", tanto che una mia allieva di Nordic Walking mi prende simpaticamente in giro per l'uso anche improprio che ne faccio.
Lo uso in continuazione: a lezione, mentre spiego come mettere in pratica i gesti tecnici: " in qualche modo apriamo la mano in fase di spinta", ad esempio, e lo uso discorsivamente legato ad azioni presenti e future.
Facendo una ricerca ho scoperto che da qualche anno è un tormentone usato da molti, una locuzione avverbiale che: " si può utilizzare quando non è possibile definire la maniera in cui si compie un’azione", quindi una maniera generica di introdurre discorsi, ragionamenti e spiegazioni che ci può far apparire superficiali e poco preparati sui contenuti.
Eppure di primo acchito, quando ho iniziato a notare questo mio intercalare, ho pensato al testo di una vecchia canzone di Claudio Baglioni che ascoltavo da dodicenne:"Devo convincermi però
Che non è nulla
Ma le mie mani tremano
In qualche modo io dovrò
Restare a galla"
E allora credo che l'uso costante dell'espressione "in qualche modo" sia l'esternazione del mio stato d'animo attuale, in un momento di incertezze e dubbi, dove riesco a vedere a fatica il sentiero che ci sta davanti, dopo alcuni anni complicati ,sì, ma anche di "grandi speranze" : la sensazione che io debba restare a galla, non sapendo bene come e con chi, c'è.
In questo inizio anno prevale in me l'inquietudine di un possibile distacco, la consapevolezza che ogni inizio ha una conclusione, che gli incontri, anche se intensi, sono fugaci, che l'entusiasmo lascia il posto alla nostalgia: eppure, nel profondo, so bene che nulla va perduto, che tutto si trasforma, e, in qualche modo, andremo avanti.
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