sabato 2 febbraio 2019

Il nido vuoto del Parco Marturanum


Ogni volta che torno a camminare sui solitari pascoli del Parco Marturanum è come tornare in un grembo materno; è il posto dove i miei passi sono andati avanti e si sono trasformati; è dove ho ritrovato un sentiero perduto; è lì che mi sono avventurata in una seconda nascita.
Così in una giornata grigia di dicembre, percorriamo i sentieri noti, cartina in mano per esercitarsi; nel fare questo scopriamo anche nuove cose che non avevamo focalizzato nelle tante volte antecedenti.
Il piacere di concentrarsi sul dettaglio, quando l'insieme è così conosciuto- tanto che fa parte di te- è profondo.
A inizio inverno è tutto così apparentemente spoglio, una nudità necessaria, per la Natura; una pausa prima di agghindarsi a primavera.
Una bellezza più sobria, quella invernale, ma non meno affascinante; il paesaggio è inciso dai contorti rami spogli dei piccoli alberi selvatici; dominano prugnoli, perastri, marruchi.
Su un albero di questi c'è una casettina di legno- un nido- ci spiega il Guardaparco incontrato mentre fa il suo giro di perlustrazione, messo lì da loro per dare alloggio alla ghiandaia marina, una delle tante specie di uccelli che frequentano il parco.

In realtà, per ora, le ghiandiaie non lo hanno mai usato, preferendo forse nidificare nelle cavità di una parete rocciosa o nei buchi di qualche casa abbandonata nei dintorni; oppure nel buco di una cabina che contiene i trasformatori su un palo dell'energia elettrica, e, di fatto, hanno lasciato il nido, costruito per loro, vuoto.
Il parco di Marturanum ha
l'habitat ideale per la nidificazione di questo colorato uccello: radure aperte con arbusti e alberelli sparsi; suoli ricchi di insetti di cui è ghiotta (cavallette, scarafaggi, ma si ciba anche di piccoli rettili, roditori, lucertole); piccoli boschetti cedui, sui cui arriva, a volte, la brezza che in estate spira dal non lontano mare, quando la Coracias garrula- questo è il suo nome scientifico - nidifica. Nelle stagioni fredde preferisce svernare in Africa; ama il caldo e arriva da noi a inizio primavera e già a metà estate torna in Africa; questa trasmigrazione è il momento buono per scorgere in cielo stormi anche di una decina d'individui.
La bellezza del suo piumaggio coi suoi colori particolari - blu ultramarino, verdi pastello, marrone, nero- rendono questo uccello dal corpo massiccio, il capo grosso e il becco robusto e nero, inconfondilbile e incredibilmente bello.

Quando torneremo a camminare nel parco nella bella stagione, chissà, magari osserveremo gli spettacolari voli nuziali di questi straordinari uccelli in una limpida giornata di fine aprile. Da lontano e senza disturbare, però, è una specie timida e riservata.
Salutiamo il Guardaparco e continuiamo il nostro giro su questi pascoli un po' brulli tipici di queste zone- questa parte del parco fa parte del limite esterno dei Monti della Tolfa -terre mai arate ma ricche di specie spontanee prative, perfette per animali robusti come le vacche e i cavalli maremmani che brucano il florilegio di erbe che crescono tra la costellazione di sassi piccoli e grandi. Sempre con la concentrazione al dettaglio che oggi esercitiamo, notiamo su una delle pietre incassate nel terreno- abbastanza piatta, alta una ventina di centimetri e larga forse il doppio- del muschio che vegeta sulla parte esposta a sud della grigia pietra.

Si pensa che il muschio ami solo i luoghi ombrosi e umidi, ma in realtà non disdegna anche un'adeguata esposizione solare.
Da noi cresce spesso in zone boschive o lungo corsi d'acqua; in una radura aperta, sembra, in apparenza, fuori posto, ma evidentemente la forma di questa pietra consente un ristagno d'acqua, e crescendo così raso al suolo può godere anche della rugiada mattutina; quello che basta per sopravvivere in un prato maremmano a una delle tante specie di Bryophyta- che sono piante prive di sistema vascolare e assorbono l'acqua per capillarità attraverso tutta la loro superficie.
Per questo non crescono in altezza e tendono ad allargarsi.
Piante antiche e robuste, alcune riescono a soppravvivere a periodi di siccità o congelamento; colonizzano anche praterie e steppe e possono attendere la bella stagione sotto una coltre di neve o crescere su una duna sabbiosa.
È chiaro che prosperano dove c'è umidità; nelle zone temperate del nostro emisfero si dice che quando il muschio cresce aggrappandosi su una corteccia di un albero- quello che fanno le specie epifide- sia utile per orientarsi; sulla parte esposta a nord, quella non esposta al sole diretto è più facile che si mantenga quella umidità che gli serve per vegetare.

Ma è un'indicazione un poco aleatoria in quanto le variabili possono essere tante; l'inclinazione del tronco, il tipo di corteccia, per esempio; e in un bosco dove ombra e umidità sono diffusi i muschi crescono sui tronchi indifferentemente in ogni posizione.
Così dopo aver ragionato intorno al verde muschio abbarbicato sulla grigia pietra, ci avviamo di nuovo lungo queste colline solitarie; ora si scende e si guada un fosso, ora si sale su un colle dove il panorama si apre; un appagante sali e scendi su queste antiche terre etrusche.
Ci accompagnano sempre le ossature di alberi e arbusti; qui a inizio primavera sarà una esplosione di profumi e colori, e tornando sui nostri passi, a fine maggio, forse troveremo il nido in legno finalmente occupato da una coppia di ghiandaie.
Questo sarà il segnale che lo spettacolare volo a spirale per mostrare le ali azzurro brillante, che le picchiate e le planate accompagnate da grida aspre e i rapidi zig-zag del volo nuziale avranno raggiunto il loro scopo e una nuova generazione di ghiandaie, quando sarà pronta, volerà felicemente
verso le calde terre d'Africa.



Grazie a Riccardo e ai suoi allievi del Corso Base Escursionismo- e a Danilo- per aver condiviso i loro passi con i miei.

Bibliografia:

Lars Svensson
Guida degli Uccelli
d'Europa, Africa e Vicino Oriente
Ricca Editore 2012

Gerald Durrell - Lee Durrell
Guida del Naturalista
Edizione CdE 1983

Autori Vari
Guida ai servizi delle aree naturali protette del Lazio
Parco Regionale Marturanum
Ed. Regione Lazio 2005

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