Una domenica mattina uggiosa oggi, in un periodo di pausa dalle attività escursionistiche domenicali, ne approfitto per vedere la finale degli Australian Open Sinner vs Zverev.
Ma non riesco a stare ferma e tranquilla sul divano e inizio a guardare i libri della libreria alle mie spalle, pensando che sia ora di separarmi da alcuni e lasciarli andare alla casetta dei libri al bosco di Manziana.Ne sfoglio qualcuno: " questo no, me lo tengo, ah, ma guarda questo, carino, non lo ricordavo...", difficile lasciare andare, insomma. Infine apro "Religione e mito" di Hermann Hesse e trovo una cartolina postale spedita da mio padre, il libro era sicuramente suo.
La cartolina viene da un lontano passato e da un paese lontano: datata 12 agosto 1972, spedita da Kobe da mio padre, Virgilio, e indirizzata a suo fratello Aurelio, per comunicargli alcune cose di lavoro.
L'indirizzo è quello della bottega- Via dei Portoghesi 18- la mitica bottega d'arte Mortet nel cortile del Palazzo della Scimmia, vicino a Piazza Navona, luogo di lavoro scelto da mio padre negli anni '60, in pieno boom economico: non grande, ma in zona piena di laboratori d'arte applicata, quando di lavoro ce ne era tanto, tant'è che coinvolse il fratello a fare squadra, insieme ai più giovani figlio, nipote, cognato e altri collaboratori.
Noi siamo una famiglia di cesellatori, orafi, argentieri, scultori e fonditori in cera persa, una lunga storia nel campo dell'artigianato artistico che parte da Firenze almeno dalla seconda metà dell'800: i nostri avi francesi/fiorentini arrivarono poi a Roma nel 1890, quando mio nonno, Dante Mortet, aveva pochi mesi.
Una famiglia di artisti, dunque, sulle orme di Benvenuto Cellini, e mio padre, talentuoso scultore, nel 1972 partì per il Giappone per organizzare alcune mostre con l'aiuto del nostro caro Amico Yuki Shintani, scultore di Kobe, anch'esso appartenente a un'importante famiglia di artisti: in un altro post racconterò del mio viaggio in Giappone e dell'incontro con Yuki a Kobe un anno dopo il terremoto del 1995.
Mio padre soggiornò alcuni mesi a casa Shintani, lavorando sia a nuove creazioni sia a mettere radici nel mercato d'arte Giapponese.
Non tutto andò nel verso giusto, infatti saltò la mostra più importante a Tokio a causa degli scioperi in Italia: di fatto non arrivarono per tempo le opere da mettere in mostra e fu una fondamentale occasione mancata.
Furono comunque organizzate mostre a Kobe e partecipazioni a mostre collettive, workshop con professori d'arte e artisti che colsero l'opportunità di confrontarsi con un artista italiano.
In tutti i casi, il focus principale di mio padre era di creare relazioni per sviluppare lavoro per la bottega tutta: il Maestro in una bottega d'arte di impronta rinascimentale, come era la nostra, è la punta di diamante di una vera e propria squadra di persone capaci e preparate che lavorano in sinergia.
E sulla cartolina, che sul fronte ha un'immagine di un'antica statua in bronzo che rappresenta un bodhisattva, mio padre scrive del ritardo del pacco:
"peccato che abbia ritardato così" ma ottimista com'era vedeva anche il lato favorevole: "ad ogni modo la roba è bella e ben realizzata dovrebbe piacere" e: "quando tornerà Uscio ( il gallerista di Tokio- Nota mia) faremo un nuovo programma" e conclude:" ...poi io tornerò e bene o male un piede qui ce lo abbiamo messo. Salutami tutti".
Un saluto dal passato, ora che mittente e destinatario non sono più tra noi: mio padre è mancato il 25 settembre 2019 all'età di 93 anni e mio zio Aurelio pochi mesi fa, ad agosto del 2024 a 90 anni tondi tondi.
Mi piace pensare che non sia un caso che io abbia ritrovato questa cartolina proprio ora- e poi si sa, il caso non esiste- ora, che, dopo anni immersa in altro, sto riprendendo contatto con le mie radici, ora che sto pensando di creare una raccolta d'arte permanente, qui, nella nostra azienda agricola, nella parte di casale destinata alle attività legate all'escursionismo e in generale al benessere.
La Raccolta sarà dedicata a Virgilio Mortet e ai familiari e Amici artisti, con le opere in mio possesso in parte arrivate quando il mio Babbo era in vita e in parte ereditate 5 anni fa.
Un saluto dal passato arrivato, quindi, per ricordarmi di onorare le nostre radici- con Gioia e Gratitudine- e di trasmettere e far conoscere la bellezza interpretativa di chi crea arte trasformando la materia, ispirati e in armonia con quello che siamo realmente: Natura, noi siamo, e la bellezza è dentro e fuori di noi.
Del resto Camminare nella Bellezza è quello che facciamo, ogni istante, qui e ora.
Nessun commento:
Posta un commento